Roberto Ciaccio
Roberto Ciaccio (Roma, 1951 – Milano, 2014) si avvicina con vivo interesse alla pratica artistica già a partire dal 1968. Dopo una fase di sperimentazione caratterizzata dall’impiego di tecniche e materiali differenti per la realizzazione di opere a rilievo ai limiti tra pittura e scultura e dall’uso costante della bicromia per la focalizzazione di un rapporto dialettico interno/esterno, a partire dagli anni Ottanta si orienta verso un’astrazione pittorica di intensa concettualità, alla ricerca dell’origine dell’opera d’arte e dell’essenza oltre l’immagine.
Nel 1981 avviene l’incontro con lo stampatore-editore Giorgio Upiglio, con cui si instaura un lungo e intenso sodalizio che porta alla creazione di opere significative nel percorso artistico di Roberto Ciaccio, come per esempio Annotazioni di luce in otto momenti per Holzwege di Martin Heidegger (1990-1993), Infinitononfinito e Leçons de Ténèbres/Le Son des Ténèbres. Revenants (2003-2006).
Luce, tempo, traccia e memoria sono le dimensioni costitutive della sua poetica. Fondamentale è anche il confronto con discipline affini, quali la musica e soprattutto la filosofia contemporanea, che porta l’artista a intensificare il dialogo con Jacques Derrida e Remo Bodei.
Tra le mostre più rappresentative si ricordano Roberto Ciaccio. Il dono dell’origine al MUSEC di Lugano (2022), Roberto Ciaccio. La voce dei metalli al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (2020), Roberto Ciaccio. Lucematrice a Genova (2013), Roberto Ciaccio. Inter/Vallum al Palazzo Reale di Milano (2011), Le Son des Ténèbres. Risonanza / Revenance all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (2008) e Roberto Ciaccio. Revenants – Rispecchiamenti della matrice – Widerspiegelungen der Matrix allo Staatiliche Museen zu Berlin di Berlino (2006).