Piero Golia

Welcome

2005

lightbox

100 x 16 cm

5779. 6A/12 – Piero Golia

04.02.2019 – 05.03.2019

Piero Golia

Welcome

2005

lightbox

100 x 16 cm

 

Attraverso idee, forme e gesti specifici, Piero Golia crea opere che sovvertono la concezione dell’arte contemporanea. Spesso la loro ambientazione è uno spazio pubblico, sebbene non appartengano ad alcuna categoria, non si tratta infatti né di Land Art né di arte pubblica. Ad esempio nel 2006, facendo eco all’opera di Bas Jan Ader, scomparve da New York per riapparire tre settimane dopo a Copenaghen per tenere una presentazione alla Royal Academy of Arts sul suo atto di sparizione. Nel 2010, creò Luminous sphere, una sfera luminosa, installata sul tetto dello Standard Hotel sulla Sunset Boulevard a Los Angeles, che si accende quando l’artista è in città e si spegne quando viaggia. Nel 2005, sempre a Los Angeles, ha dato inizio alla Mountain School of Art (MSA^) con l’artista Eric Wesley. Se da un lato il progetto richiama il leggendario “Black Mountain College”, dall’altro sfida le differenze tra una scuola, un’opera d’arte, un bar e un centro sociale, dove si mescola arte, educazione, fare contatti e fare amicizia. Concepita come parte di un corpo di lavori creati per disorientare lo spettatore, Welcome, sottosopra, raccoglie non solo lo spirito originario della sua creazione, ma diventa, in un tempo come il nostro, una dichiarazione importante.

BUILDINGBOX è uno spazio indipendente facente parte della galleria, caratterizzato da un programma autonomo. Il progetto inaugurale, a cura di Nicola Trezzi, apre nella settimana di Rosh HaShana, il capodanno dell’anno 5779, come dice il titolo stesso, secondo il calendario ebraico.

Seguendo queste premesse, ossia una vetrina visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e un calendario di 12 mesi (Nisan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul, Tishrei, Marcheshvan, Kislev, Tevet, Shevat e Adar), 5779 è una mostra collettiva nella quale le varie opere d’arte non sono presentate una vicino all’altra, bensì piuttosto una dopo l’altra. La struttura del calendario, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, diventa la linea guida per la presentazione delle opere di molteplici artisti; questa impostazione trasforma il concetto stesso di mostra collettiva: da coesistenza e giustapposizione, a linearità e processione.

Inoltre, questo tipo di strutturazione decostruisce l’essenza stessa della mostra collettiva, che è, per definizione, una mostra con varie opere d’arte, di vari artisti, presentate una vicino all’altra in uno spazio definito e per un periodo di tempo limitato. Con 5779 l’idea della mostra collettiva, nella quale opere d’arte di diversi artisti appaiono una dopo l’altra nello stesso spazio, sostituendosi, subentrando l’una all’altra, suggerisce un’inversione dell’equazione alla base del fare mostre. Piuttosto che organizzare una mostra a partire dallo spazio, come succede usualmente, questa volta la mostra viene costruita sulla base del tempo.

Artisti