5779. 9/12 – Jamie Isenstein
03.06.2019 – 01.07.2019
Jamie Isenstein
Sand Lamp (68 kg), 2014
68 kg di sabbia, acqua, spina, filo elettrico, paralume, lampadina
63,5 x 63,5 x 60,9 cm
“Sand Lamp (68 kg) è una scultura e al tempo stesso una performance e un oggetto domestico. L’opera consiste in una montagna di sabbia che sostiene una lampadina accesa all’interno di un paralume. Installare l’opera è un po’ come costruire un castello di sabbia sulla spiaggia, ogni iterazione è diversa. Sebbene di solito sia la sabbia a fungere da sostegno, la lampadina e il paralume sembrano sull’orlo del collasso, aggiungendo a un oggetto altrimenti statico un elemento di Slapstick Comedy [sottogenere del film comico nato con il cinema muto in Francia nei primi del Novecento e sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni venti, ndr].
In inglese e in altre lingue, il corpo umano è usato come metafora per descrivere diverse parti di una lampada: per esempio le lampade hanno “braccia” e “piedi”. In questo caso il “corpo” della lampada è come se fosse un corpo umano fatto di materia mutevole che cambia con il passare del tempo (come la sabbia in una clessidra). L’opera si rifà inoltre agli Earthworks di Robert Smithson, specificatamente le sue opere che includono specchi e sabbia, fra cui in particolare Mirrors and shelly sand (1969-1970), un’opera che consiste in montagne di sabbia che sostengono una linea di specchi. Mentre Smithson usa la sabbia quale materiale entropico inteso come metafora di forze ambientali, io ho usato la sabbia quale riferimento dell’entropia corporea. Trasformando un materiale naturale in un oggetto domestico, Sand Lamp (68 kg) è anche un’allusione umoristica all’uso degli specchi da parte di Smithson per la loro abilità di dislocare e confondere dentro e fuori”.