Bizhan Bassiri
Specchio Solare
2015
acciaio inox
200 x 107 cm
ph. Mahnaz Sahaf

 

Bizhan Bassiri
Serpe (dettaglio)
2024
bronzo tirato allo specchio, gesso e polvere di marmo
120 x 160 x 20 cm
ph. Benedetta Balloni

 

Bizhan Bassiri
Evaporazione rossa
2013
cartapesta, pigmenti colorati (nero avorio e rosso cadmio medio)
Ø 300 cm
ph. Mario Di Paolo

 

Bizhan Bassiri
Erme (dettaglio)
2000-2024
ferro, pietra lavica, pigmenti colorati (nero avorio e blu oltremare)
180 x 44 x 32 cm
ph. Benedetta Balloni

 

Bizhan Bassiri
La Miniatura del Vulcano
2021
chine, matite
70 x 50 cm
98 x 78,5 cm (con cornice)
ph. Ilaria Maiorino

 

Bizhan Bassiri
Inchinato pennino
2020
chine, matita
17,5 x 24,5 cm
23,5 x 30,5 cm (con cornice)

 

Bizhan Bassiri
Inchinato pennino
2020
chine, matita
17,5 x 24,5 cm
23,5 x 30,5 cm (con cornice)

 

Bizhan Bassiri, Tapesh, 2017

Installation view, Bizhan Bassiri, Tapesh. The Golden Reserve of Magmatic Thought, 57ª Biennale d’Arte, Venezia, Padiglione Iran, 2017, ph. Mario Di Paolo

 

Bizhan Bassiri
Erme (dettaglio)
2024
bronzo tirato allo specchio
210 x 40 x 35 cm
ph. Mario Di Paolo

Bizhan Bassiri. Creazione

30.01.2025 – 22.03.2025

Opening: mercoledì 29 gennaio 2025 dalle 17 alle 20

 

Bizhan Bassiri. Creazione, a cura di Bruno Corà, è la prima importante mostra personale dell’artista italo-persiano (Teheran, 1954) che BUILDING Gallery ospita nei suoi spazi dal 30 gennaio al 22 marzo 2025.

 

L’esposizione, sviluppata su tre piani espositivi della galleria, trasporta il visitatore in una dimensione ancestrale e senza tempo, in cui le opere, che sembrano emergere da un universo magmatico, prendono forma di volta in volta in sculture e dipinti contraddistinti da specifici materiali e cromie. Dalla dominante rossa del piano terra, passando per il pigmento blu impiegato nelle opere del primo piano, fino a giungere all’oscurità nera del secondo piano, in cui – ci suggerisce l’artista – “Osservando nel buio, il buio Vedo”.

 

Esordendo a Roma nel 1981, dopo aver compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di quella città alla scuola di Toti Scialoja tra il 1976 e il 1980, Bassiri si è distinto tra i protagonisti della generazione che negli anni Ottanta ha sviluppato in Europa una propria Weltanschauung all’insegna di un “pensiero magmatico”, autentica esperienza pittorico-plastica idonea a coniugare fondamenti e proposizioni innovative dell’arte occidentale e orientale, costruendo un proprio lessico originale di ampia risonanza poetica.

 

Con un solido percorso alle spalle, esito di eventi memorabili e importanti confronti con i maggiori artisti italiani e internazionali (Kounellis, Boetti, West, Chiari, Anselmo, Kirkeby, Kosuth, Castellani e altri), Bassiri con questa prima mostra personale a Milano evidenzia la maturità linguistica della sua arte, sempre tenuta entro i registri di forme enunciative di una spazio-temporalità che elude gli epifenomeni dell’attualità, orientandosi piuttosto verso dimensioni dove visione palingenetica, intuizione poetica e formalizzazione di un sistema iconografico basato su archetipi cosmologici e mitici assume il carattere di ‘summa immaginaria’.
In tale drammaturgia visiva, Bassiri esibisce le figure essenziali della sua poetica: l’incessante trasformazione della materia, da lui considerata ‘tempesta’ permanente; lo stupore della luce ricavata dall’opera e offerta come entità correlata allo sguardo individuale; l’ineludibile presenza testimone della cifra antropologica; il rischio serpentino dell’imprevisto; la sorte, invisibile ma attiva forza regolatrice e registro supremo dell’arte che perpetua la tensione vivente, assumendo forme senza tempo. Protesa in uno spazio-tempo indeterminabile, considerato eterno come l’esistenza, l’opera appare immagine autonoma destinata a mostrare l’enigmatico inarrestabile processo del pensiero magmatico, sorgente da cui scaturisce l’arte.

 

La mostra Bizhan Bassiri. Creazione è dunque un paradigma di morfologie fondamentali dell’artista, caratterizzato da vere e proprie stazioni di opere dislocate negli ambienti di BUILDING Gallery, scanditi dalle dominanti cromatiche riferibili a uno spettro di colori distintivo della sua poetica. Diversi i cicli di opere presentati in mostra, tra cui: gli Specchi Solari (2024), superfici in acciaio attraversate da abrasioni fulminee come lampi, che negano la tradizionale funzione dello specchio come oggetto che riflette il mondo e rivelano, invece, la loro stessa natura come sorgente di luce; le Particelle della Tempesta (2024), dipinti materici simili a stratificazioni geologiche, che l’artista ottiene facendo macerare carta di quotidiani in vasche piene di acqua colorata con pigmenti naturali e l’aggiunta di colle; le Erme (2000-2024), che, mutuando la loro morfologia dall’erma classica antica, si compongono di una base metallica tronco-piramidale rovesciata su cui si innestano le masse informi delle teste di pietra lavica.

 

Questa mostra, concepita in stretta relazione con l’architettura della galleria, è tra i progetti più significativi degli ultimi anni, concepita da Bassiri per presentare a Milano un episodio del suo lavoro, tenendo conto della significativa storia culturale e artistica avvenuta nella città.
Le sue opere, presenti in musei e collezioni private internazionali, hanno rappresentato nel 2017 il Padiglione iraniano alla 57ª Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia.

Testo di Bruno Corà

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