Equorea – 4/12. Elena Mazzi
06.04.2023 – 04.05.2023
Dal 6 aprile al 4 maggio 2023, BUILDINGBOX ospita l’opera POLAR SILK ROAD (MAP 1) dell’artista Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984).
Dall’inizio della vita sulla Terra, le vie dell’acqua interessano la vita vegetale e animale. Con la crescita e lo sviluppo dei commerci, il loro valore simbolico e strategico ha assunto significati contestualmente sempre più complessi, non più solo di sussistenza primaria ma anche d’importanza geopolitica. A partire dallo studio delle più recenti evoluzioni politico-commerciali innescate dai cambiamenti climatici, Elena Mazzi ha sviluppato una ricerca sulle nuove rotte commerciali ai Poli, nello specifico sulla Polar Silk Road, la cosiddetta “via polare della seta”. Questa nuova rotta commerciale che si sta delineando in Artico con lo scioglimento dei ghiacciai e che connette Europa, Russia e Cina si sviluppa come una “rotta del nord” alternativa rispetto a quelle marittime tradizionali, sfruttando il sottosuolo dei mari artici, che contengono il 20% delle risorse globali del Pianeta, tra le quali petrolio, gas, uranio, oro, platino e zinco.
Con il progetto POLAR SILK ROAD (MAP 1), Mazzi analizza il complesso intreccio tra economia, geopolitica, ecologia e mobilità all’interno delle regioni artiche maggiormente interessate dalle trasformazioni infrastrutturali e politiche legate alla Via Polare della Seta. Dal 2021 l’artista realizza collage in tecnica mista che, partendo da antiche mappe, definiscono i nuovi spazi geopolitici ed economici nelle regioni artiche.
Per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) presentato all’interno di BUILDINGBOX, Elena Mazzi espone un nuovo arazzo – tecnica sperimentata nel 2019 con la prima opera di questa ricerca, intitolata Snow Dragon – a partire da un antico cartamodello che si rifà a movimenti, rotte e traiettorie possibili e sovrapposte, all’interno del quale sono state alternate campionature di acque e ghiaccio in movimento, quale è l’Artico.
L’esposizione costituisce il quarto appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.
Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.
Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982), Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).
Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.