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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 4/12 Luigi Ontani

ph. Simone Panzeri

 

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 4/12 Luigi Ontani

ph. Simone Panzeri

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 4/12 Luigi Ontani

ph. Simone Panzeri

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 4/12 Luigi Ontani

ph. Simone Panzeri

 

Luigi Ontani
Grillo Mediolanum (dettaglio), 1995
ceramica policroma e oro zecchino
95 x 47 x 46 cm

FAVENTIA – 4/12. Luigi Ontani

12.04.2024 – 10.05.2024

Dal 12 aprile 2024 al 10 maggio 2024, BUILDINGBOX ospita l’opera Grillo Mediolanum (1995) dell’artista Luigi Ontani (Montovolo, 1943).

 

Il quarto appuntamento della rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è dedicato all’opera Grillo Mediolanum (1995). Nella produzione dell’artista, il ricorso alla ceramica risale agli anni Ottanta (attraverso la collaborazione con il Laboratorio Terraviva a Vietri sul Mare e con Venera Finocchiaro a Roma) e il rapporto con le maestranze faentine – in particolare con la Bottega d’Arte Ceramica Gatti dal 1990 – conduce alla realizzazione di numerose sculture dal carattere allegorico e mitologico con il frequente rimando al proprio autoritratto, in continuità con l’opera performativa e i celebri tableaux vivants.

 

Il caso di Grillo Mediolanum rappresenta un intervento di omaggio ludico nei confronti del capoluogo lombardo. Invitato a presentare un progetto dall’architetto Italo Rota – all’epoca Assessore per la Qualità urbana – Ontani realizza la scultura raffigurando un essere antropomorfo che sintetizza vari emblemi della “milanesità” – un grillo, con le sembianze dell’artista e con la barba alla Leonardo da Vinci – che regge in una mano una copia dei Promessi Sposi (1825-1842) di Alessandro Manzoni e, nell’altra, un uovo dorato; oggetto ricorrente in alcune opere dell’artista, possibile rimando alla Pala Montefeltro (1472-1474 circa) di Piero della Francesca, conservata nella Pinacoteca di Brera, oltre che a varie opere di forma “ovoidale” realizzate da Lucio Fontana o Piero Manzoni nonché al luogo di origine dell’artista (Montovolo). Il busto della statua è rivestito con un motivo ornamentale che riproduce l’interno del Teatro alla Scala e indossa un cinturone con lo stemma cittadino (una croce rossa su fondo bianco). Sulla testa, un copricapo a forma di panettone, sormontato da una riproduzione della Merda d’artista (1961) di Piero Manzoni. L’articolato e ironico raggruppamento di numerosissime citazioni e rimandi iconici, concepito dall’artista al fine di proporre una singolare e nuova “mascotte” della città, suscitò numerose polemiche e contestazioni da parte della giunta comunale del sindaco Marco Formentini. Oggetto di critiche e insulti anche pubblici, messo alla berlina in strada nei pressi di corso Buenos Aires – fu soprannominato “bagonghi”, nano da circo – il lavoro di Ontani trovò tra i difensori lo stilista Elio Fiorucci secondo il quale rappresentava bene lo spirito di Milano tra vivacità e ironia, definendo l’opera “talmente moderna che non la capisce nessuno”. Dopo queste vicissitudini il Grillo Mediolanum è stato esposto in vari contesti e musei – dal Palazzo della Ragione di Milano al Castello di Rivoli – per poi trovare nuova casa in una illuminata collezione privata.

 

Dal 12 gennaio 2024 all’11 gennaio 2025, BUILDINGBOX presenta FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, un progetto espositivo a cura di Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone che coinvolge dodici artisti italiani chiamati a esporre sculture e installazioni realizzate in ceramica: un programma dedicato alla secolare tradizione artistica della città di Faenza, tra i principali distretti produttivi nazionali, nonché sede ed epicentro di progetti e musei tematici come il “MIC Museo Internazionale delle Ceramiche”, il “Premio Faenza” e il “Museo Carlo Zauli”. Inoltre, la rassegna nasce come forma di omaggio verso un territorio segnato dall’alluvione del maggio 2023.

Come nella consueta programmazione annuale di BUILDINGBOX, la rassegna ospita interventi a cadenza mensile. In questa edizione, la presentazione delle opere avverrà il 12 di ogni mese: “numerologia” che allude alla ciclicità e alla sintesi tra elementi terreni, spirituali e temporali, oltre alle numerose simbologie legate al numero 12 nella storia e nelle culture di diverse parti del mondo.

 

Il progetto rappresenta una mappatura e una sintesi di alcune delle principali espressioni artistiche legate alla ceramica del XX e XXI secolo, promuovendo un avvicendamento tra autori di diverse generazioni che, in maniera ricorrente o sporadica rispetto alla propria produzione, usano le tecniche di lavorazione dell’argilla proseguendo, recuperando o rivoluzionando la straordinaria manualità della formatura e il valore cromatico-luministico delle smaltature.

Città divenuta sinonimo della ceramica maiolicata in molte lingue – il francese (faïance), l’inglese (faience) – l’antica Faventia è terra di produzione artigiana sin dall’epoca romana, caratteristica che sarà potenziata nei secoli successivi. In anni recenti molti sono gli artisti che hanno fatto ricorso alle fornaci faentine – anche grazie a progetti di residenze, mostre, workshop, premi, riviste – per la produzione artistica di sculture di medie e grandi dimensioni, spesso pensate per uno sviluppo ambientale e installativo. L’atto primario e demiurgico di forgiare la terra conferisce alla ceramica uno statuto esclusivo, quasi un’ontologia, la condizione aurorale della scultura. Nell’immediatezza plastica della manipolazione che precorre la cristallizzazione di una cottura, vi è tutta la naturalezza di un procedere per trasformazioni lente e meditate tra progettualità e casualità. Nella ceramica, come in un disegno, c’è il seme di un’origine, quella sorgività dell’immagine e delle cose nell’attimo stesso del loro concepimento. Dunque, la ceramica – al di là delle categorizzazioni tra artigianato, arte, oggetto d’uso, pezzo unico o seriale – detiene una intermedietà (o intermedialità) tra pensiero e gesto, tra segno e plastica, tra forma e colore operando, inoltre, con vari elementi naturali come terra, acqua e fuoco e ibridando linguaggi, tecniche, ricerche e conoscenze tra gli artisti e gli artigiani.

 

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