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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 7 – 8/12. Gianluca Brando e Andreas Zampella

ph. Sarah Indriolo

 

Le opere sono disponibili alla vendita.

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 7 – 8/12. Gianluca Brando e Andreas Zampella

ph. Sarah Indriolo

 

Le opere sono disponibili alla vendita.

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 7 – 8/12. Gianluca Brando e Andreas Zampella

ph. Sarah Indriolo

 

Le opere sono disponibili alla vendita.

 

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FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea – 7 – 8/12. Gianluca Brando e Andreas Zampella

ph. Sarah Indriolo

 

Le opere sono disponibili alla vendita.

 

Gianluca Brando
Terra-spiovente, 2024
ceramica smaltata, acqua, gesso rinforzato e sabbia
misure complessive 57 x 50 x 70 cm / variabili

 

L’opera è disponibile alla vendita.

 

Andreas Zampella
Paesaggio d’argilla, 2024
argilla e olio su tela
120 x 100 cm

 

L’opera è disponibile alla vendita.

FAVENTIA – 7 – 8/12. Gianluca Brando e Andreas Zampella

12.07.2024 – 11.09.2024

Dal 12 luglio 2024 all’11 settembre 2024, BUILDINGBOX ospita Terra-spiovente (2024) e Paesaggio d’argilla (2024), rispettivamente create dagli artisti di Gianluca Brando (Maratea, 1990) ed Andreas Zampella (Salerno, 1989).

 

Il settimo e l’ottavo appuntamento del progetto FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, condensati nella forma di installazione bi-personale nei mesi tra luglio e settembre, vede protagonisti gli artisti Gianluca Brando (Maratea, 1990) e Andreas Zampella (Salerno, 1989). I due artisti, riflettendo sulle loro pratiche e tecniche ormai maturate negli ultimi anni, hanno ampliato lo sguardo su alcuni temi inerenti alla realtà faentina dopo le alluvioni del maggio 2023.

In Terra-spiovente (2024) Gianluca Brando, suggestionato dalle immagini degli edifici di Faenza sommersi dall’acqua, ha riflettuto sull’idea di “dimora” umana e animale. Partendo da un elemento architettonico come la “tegola”, tradizionalmente realizzata in argilla nel corso dei millenni, ha costruito un monumento-catasta che rimanda a un’architettura sia utopica sia distopica. L’artista ha modificato la struttura e la funzione della tegola apicale presentandola capovolta; una tegola in negativo, smaltata, che diviene culla, tomba, vasca, vaso – dove l’acqua è elemento che può dare sia vita sia morte – a cui ha aggiunto un’appendice con forma di conchiglia. Alcuni molluschi, infatti, diversamente dagli esseri umani, sviluppano la conchiglia insieme al crescere del proprio corpo, costituendo così la forma e la struttura ideale della propria dimora. La tegola-zoomorfa piena d’acqua ribalta le funzionalità primarie del tetto quale struttura di protezione, copertura idonea al defluire dell’acqua. La forma spiraliforme della conchiglia diviene anche simbolo ancestrale di eterna metamorfosi e scorrere del tempo.

 

Andreas Zampella opera alternando pittura, scultura e installazione compenetrando spesso i generi artistici; nelle sue composizioni pittoriche riunisce oggetti, suggestioni, immagini della quotidianità unite a una vena onirica e a velature surreali. In molti lavori, l’artista predilige l’uso dell’argilla come pigmento da stendere sulla tela, “scolpendo” e “modellando” la superficie con luci e ombre. Nell’opera Paesaggio d’argilla (2024) elementi quali indumenti, vasi, tazze, piante vivono in forma quasi “limacciosa” una metamorfosi continua trasmutando e trasbordando reciprocamente. Uno scenario lacustre, acquatico, fitomorfo ma legato a elementi di uso domestico e quotidiano, con un velo di tragica ironia. Questi frammenti sinuosi – anatomici e botanici – scompongono e ricompongono una natura morta sui generis, una natura silente che è stata vita e che ricerca vita nel suo farsi quotidiano.

 

Dal 12 gennaio 2024 all’11 gennaio 2025, BUILDINGBOX presenta FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, un progetto espositivo a cura di Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone che coinvolge dodici artisti italiani chiamati a esporre sculture e installazioni realizzate in ceramica: un programma dedicato alla secolare tradizione artistica della città di Faenza, tra i principali distretti produttivi nazionali, nonché sede ed epicentro di progetti e musei tematici come il “MIC Museo Internazionale delle Ceramiche”, il “Premio Faenza” e il “Museo Carlo Zauli”. Inoltre, la rassegna nasce come forma di omaggio verso un territorio segnato dall’alluvione del maggio 2023. Come nella consueta programmazione annuale di BUILDINGBOX, la rassegna ospita interventi a cadenza mensile. In questa edizione, la presentazione delle opere avverrà il 12 di ogni mese: “numerologia” che allude alla ciclicità e alla sintesi tra elementi terreni, spirituali e temporali, oltre alle numerose simbologie legate al numero 12 nella storia e nelle culture di diverse parti del mondo.

 

Il progetto rappresenta una mappatura e una sintesi di alcune delle principali espressioni artistiche legate alla ceramica del XX e XXI secolo, promuovendo un avvicendamento tra autori di diverse generazioni che, in maniera ricorrente o sporadica rispetto alla propria produzione, usano le tecniche di lavorazione dell’argilla proseguendo, recuperando o rivoluzionando la straordinaria manualità della formatura e il valore cromatico-luministico delle smaltature.

Città divenuta sinonimo della ceramica maiolicata in molte lingue – il francese (faïance), l’inglese (faience) – l’antica Faventia è terra di produzione artigiana sin dall’epoca romana, caratteristica che sarà potenziata nei secoli successivi. In anni recenti molti sono gli artisti che hanno fatto ricorso alle fornaci faentine – anche grazie a progetti di residenze, mostre, workshop, premi, riviste – per la produzione artistica di sculture di medie e grandi dimensioni, spesso pensate per uno sviluppo ambientale e installativo. L’atto primario e demiurgico di forgiare la terra conferisce alla ceramica uno statuto esclusivo, quasi un’ontologia, la condizione aurorale della scultura. Nell’immediatezza plastica della manipolazione che precorre la cristallizzazione di una cottura, vi è tutta la naturalezza di un procedere per trasformazioni lente e meditate tra progettualità e casualità. Nella ceramica, come in un disegno, c’è il seme di un’origine, quella sorgività dell’immagine e delle cose nell’attimo stesso del loro concepimento. Dunque, la ceramica – al di là delle categorizzazioni tra artigianato, arte, oggetto d’uso, pezzo unico o seriale – detiene una intermedietà (o intermedialità) tra pensiero e gesto, tra segno e plastica, tra forma e colore operando, inoltre, con vari elementi naturali come terra, acqua e fuoco e ibridando linguaggi, tecniche, ricerche e conoscenze tra gli artisti e gli artigiani.

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