Remo Salvadori

Stanza delle tazze

1985 – 2017
piombo, ferro, stagno, rame, argento

8 elementi, cad.

97 x 62,1 x 0,25 cm

Remo Salvadori

Stanza delle tazze

1985 – 2017
piombo, ferro, stagno, rame, argento

2 elementi, cad.

97 x 62,1 x 0,25 cm

Remo Salvadori

Germoglio

2015 – 2017
ferro, oro

900 x 103 x 25 cm

Remo Salvadori

Nel momento

2015
piombo

140 x 140 x 2 cm

Remo Salvadori

I sette metalli

2017
piombo, ferro, stagno, rame, mercurio, argento, oro

vari elementi, misura complessiva

930 x 325 cm

Remo Salvadori

Nel momento

2017

stagno

7 elementi di: 1 elemento 70 x 70 cm, 2 elementi 50 x 50 x 4 cm, 2 elementi 35 x 35 x 4 cm, 1 elemento 33 x 33 x 4 cm, 1 elemento 24 x 24 x 4 cm

opera complessiva: 310 x 70 x 4 cm

 

Lente liquida
1996-1998
acqua, vetro, sughero
70 x Ø 41,5 cm

Remo Salvadori

Continuo infinito presente
2017
acciaio
9 x Ø 186 cm

Remo Salvadori

Tre cerchi in movimento simultaneo

2017
piombo, ferro, rame, argento

Ø 97 x 0,25 cm

Remo Salvadori

Nel momento (dettaglio)

2010

piombo

vari elementi

 

Remo Salvadori. Continuo infinito presente

27.10.2017 – 17.02.2018

A Remo Salvadori BUILDING dedica la mostra inaugurale (27 ottobre 2017-27 gennaio 2018), una personale su quattro dei sei piani dell’edificio, in un percorso che plasma per la prima volta lo spazio di via Monte di Pietà, con l’idea di creare una simbiosi tra lo spazio e le sue opere, un’armonia tra l’osservatore e l’oggetto.

Tramite questo intervento la percezione dell’architettura muta, così da stabilire un “continuo infinito presente”, tra il contesto e i lavori, che, nell’intero suo percorso a datare dal 1973, hanno teso ad un dialogo tra forma e materia, tempo e spazio, leggerezza e peso, azione e osservazione.

Il suo rapporto con la forza di gravità, la materia, la solidità e la fragilità dei materiali (non ossimoro o illusione, ma esito tangibile), si realizza in nuovi composizioni, aperte e equilibrate, regolari ed irregolari, che sono frutto di un sapere, di una composizione e di una disciplina matematica, da sempre praticate. A queste, l’osservatore può associare una metamorfosi alchemica: i sette metalli sono forgiati affinché cambino natura e modo di manifestarsi.

L’incontro con i sette metalli ha chiesto un tempo che è ancora inizio, un incontro colmo di domande, uno spazio in più, una partitura, corrispondenze… la natura della sostanza. Vedersi e vedere nel momento…”. Così afferma l’artista, che con i metalli ha instaurato un rapporto e un dialogo, come tessere e intagliare su un pentagramma, il cui linguaggio contempla le sette note musicali.

Se i concetti di metamorfosi e di alchimia possono rievocare dettami barocchi, l’esito nelle opere di Salvadori assurge a un’armonia essenziale, nelle proporzioni, nella geometria, e in una voluta e una intensa rielaborazione metafisica.

La visione delle opere esposte (sintesi e summa di una meditazione che dura dal 1973 ad oggi) invita ad una riflessione sul presente e sul futuro dell’arte, in una dimensione consapevolmente atemporale e sempre attuale: “È proprio un’idea di vitalità dell’opera, dell’opera come luogo attorno a cui si addensa un’energia e si vive un’esperienza, uno scambio intimo e dinamico con lo spettatore”.

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