Ignazio Mortellaro
Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978) dopo una laurea in Ingegneria e Architettura, un progetto di ricerca presso il Centro Studi della Faculdade de Arquitectura de Porto e due anni trascorsi tra Sud America e Filicudi, decide di concentrare la propria ricerca nel campo delle arti visive combinando l’interesse per molte discipline quali scienza, filosofia, geografia e letteratura. La ricerca è centrata sullo studio dei fenomeni e dei ritmi della natura, le logiche cognitive e di definizione dello spazio. Il disegno ha un ruolo centrale nella fase di progetto dell’opera, come strumento privilegiato di sintesi e di ragionamento. La produzione dell’artista è eterogenea, utilizza infatti diversi media quali scultura, disegno, fotografia, video e installazione.
Tra le mostre personali si ricordano: Giš-gi-tug-ga (2023), Matr – मात (2020), Siamo due abissi, un pozzo che fissa il cielo (2018), Scalza varcando da sabbie lunari (2017), Abolito il cielo (2015) e ‘Apar (2014) con la galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea Palermo|Milano.
Ha inoltre tenuto diverse mostre collettive in spazi museali come la Fondazione Merz di Torino (2018), il Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia di Palermo (2015), il Parco Archeologico di Segesta (Catalfimi, 2022), il Kunst Meran di Merano (2018) e il Museo Civico di Castelbuono di Palermo (2018). Opere di Mortellaro sono presenti in diverse collezioni private e pubbliche, come il Parco Archeologico delle Mura Dionigiane di Siracusa – dove si trova la scultura permanente Overturning Moment – o La Collina di Loredana di Pantelleria, parco privato di sculture sull’isola di Pantelleria. Ha vinto il primo premio per il concorso d’idee per la copertura di una parte di Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia (2014) e per il recupero della Chiesa dell’ex Monastero delle Benedettine a Partanna (2008).
Nel 2017 l’artista ha fondato, insieme a Valentina Bruschi e Vittorio Rappa, Radiceterna Arte e Ambiente, una piattaforma per la ricerca e la promozione dell’arte contemporanea, con la quale cura un ciclo di mostre (Allora & Calzadilla, Katinka Bock, Björn Braun) e una collana editoriale pubblicata da Hopefulmonster (Torino). Il progetto ha previsto anche la creazione di una libera biblioteca sui temi dell’Arte e della Natura. Il suo interesse per la musica sperimentale lo ha portato a fondare nel 2008 il collettivo Oblivious Artefacts, che riunisce artisti, fotografi, architetti e sound designer, attivo tra Palermo, Roma e Berlino, con il quale cura il concept visivo di diverse etichette discografiche underground techno, idm e ambient.