Equorea – 12/12. Ignazio Mortellaro
28.11.2023 – 09.01.2024
Dal 28 novembre 2023 al 9 gennaio 2024, BUILDINGBOX ospita l’installazione Umfangsbestimmung, Tavola II (Milano) dell’artista Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978).
L’esplorazione della Terra è storicamente legata alla capacità umana di rappresentarla spazialmente. Prima ancora di disegnarne i confini le più antiche cartografie si sono interessate al cielo notturno, come dimostrano ad esempio alcune testimonianze realizzate nel Paleolitico e conservate sui muri delle grotte di Lascaux. La conoscenza delle stelle costituiva uno strumento fondamentale di orientamento nella navigazione, i grandi viaggi attraverso gli oceani modificarono infatti le carte geografiche passando dai planisferi agli atlanti e globi. Astronomia e navigazione hanno da sempre costituito un binomio, anche simbolico, come espressione di viaggio, mutamento e scoperta. L’installazione di Ignazio Mortellaro per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), presentato all’interno di BUILDINGBOX, si situa tra queste due discipline. Tavola II (Milano) è parte del più ampio progetto Umfangsbestimmung che propone la creazione di un grande atlante, una sorta di mappatura geografica e simbolica della vita e del pensiero dell’artista, una biografia visiva in divenire, una collezione di materiali raccolti nel proprio studio e provenienti dal mondo marino come conchiglie e fossili, perle e piante, strumenti di orientamento come bussole e mappe, libri e stampe, tracce di opere. Il termine logico che dà il titolo al progetto indica la determinazione di estensione che definisce i limiti delle classi e delle categorie. Letteralmente significa: determinazione della circonferenza. Si possono far convergere i due significati nell’astronomia, “poiché che cos’altro c’è all’origine delle costellazioni se non il nostro bisogno di tracciare delle linee tra le configurazioni che i puntini luminosi assumono nel cielo notturno, per identificarli e orientarsi con il loro aiuto?” (Aby Warburg. Una biografia intellettuale. Ernst H. Gombrich, ed. Abscondita, 2018). L’universo si fa quindi abisso, un oceanico mare silenzioso, un’apertura a infinite possibilità.
L’esposizione costituisce il dodicesimo appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.
Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.
Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982), Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).
Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.