Simon Callery
Simon Callery (Londra, 1960) si è formato presso la Campion School di Atene, il Berkshire College of Art and Design e la Cardiff School of Art and Design (1983). Il suo linguaggio visivo è stato influenzato dalla terminologia e dalla pratica degli scavi archeologici. I dipinti recenti dell’artista pongono l’accento sulla materialità dell’opera e sono realizzati a diretto contatto con le superfici dure dell’ambiente urbano o del paesaggio. Le tele vengono segnate, tagliate e forate, imbevute di tempere altamente sature e cucite insieme per formare spazi interni e vuoti.
Dagli anni Novanta Callery ha esposto i suoi lavori in importanti rassegne nel Regno Unito e all’estero, tra le quali: Young British Artists III, Saatchi Gallery, Londra (1994); Sensation, Royal Academy of Arts, Londra, Hamburger Bahnhof, Berlino e Brooklyn Museum, New York (1997); About Vision. New British Painting in the 1990’s, Museum of Modern Art, Oxford. Tra le recenti mostre personali si ricordano: Contact Painting, Centro de Arte, Caja de Burgos (2023); Simon Callery, Rafael Perez Hernando Gallery, Madrid (2021); Simon Callery, Unosunove, Roma (2019). L’artista ha inoltre partecipato a diverse mostre collettive, tra le quali: Inauguration, Lo Brutto Stahl, Parigi (2023). Roma, A Portrait, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2023); Space as a Care of Duty, Studio G7, Bologna (2023); Stone, Sand & Cloth, Simon Callery, Susana Solano, Francisco de Zurbarán, Monasterio Santa Maria de Bujedo de Juarros. Burgos (2022). Le sue opere sono esposte in importanti collezioni tra cui: Fearnley Museum of Modern Art, Oslo; British Museum, Londra; Centre National des Artes Plastiques, Parigi; Tate, Londra.