Installation view

Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 10/12. Ludovico Bomben

ph. Simone Panzeri

 

Ludovico Bomben

Nuvola con fendente / 2, 2023

stampa su carta superior matt, acciaio inox
50 x 30 cm

 

Ludovico Bomben

Nuvola con fendente / 3, 2023

stampa su carta superior matt, acciaio inox
176 x 110 cm

 

Installation view

Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 10/12. Ludovico Bomben

ph. Simone Panzeri

Equorea – 10/12. Ludovico Bomben

29.09.2023 – 27.10.2023

Dal 29 settembre 2023 al 27 ottobre 2023, BUILDINGBOX ospita le opere Nuvola con fendente / 2 e Nuvola con fendete /3 dell’artista Ludovico Bomben (Pordenone, 1982).

 

In meteorologia una nuvola è un’idrometeora costituita da minute particelle di vapore d’acqua condensato e/o cristalli di ghiaccio, sospesi nell’atmosfera grazie a correnti ascensionali o in stato di galleggiamento e solitamente non a contatto con il suolo. Dalle nubi si originano le precipitazioni, una delle fasi del ciclo dell’acqua nell’idrosfera assieme alla condensazione del vapore acqueo.
Per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) presentato all’interno di BUILDINGBOX, Ludovico Bomben propone una riflessione sull’identità della materia e sulla complessità delle proprie manifestazioni, nonché sulla capacità umana di percepirla. Due stampe presentano una nuvola solitaria attraversata da un oggetto estraneo che sembra provenire da un luogo misterioso, un fendente. Rappresentazione metaforica della relazione tra materiale e immateriale l’immagine esprime questa dualità nel tentativo di cogliere ciò che solitamente sfugge alla percezione umana: l’atmosfera e l’oltre. La nuvola, costituita da vapore acqueo, è impalpabile, lieve, indefinita; il fendente, per quanto surreale, è materia solida, pungente, tangibile. Come un colpo improvviso, il fendente irrompe nella carta sottile, la buca e la attraversa, sconvolgendo la sua superficie con un foro definitivo. Desta in noi il dubbio tra una visione celeste e la complessità della realtà in atto. La relazione dunque è anch’essa materia?

 

L’esposizione costituisce il decimo appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.

Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.

 

Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982),  Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).

 

Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.

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