Installation view

Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 11/12. Jaya Cozzani Chandra

ph. Simone Panzeri

 

Jaya Cozzani Chandra

Soffia dove vuole, 2023

legno, oro, ottone, acquerello su carta fatta a mano
dimensioni variabili

 

Jaya Cozzani Chandra

Angela, 2017

argilla bianca
20 x 17 x 35h cm

 

Installation view

Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 11/12. Jaya Cozzani Chandra

ph. Simone Panzeri

Equorea – 11/12. Jaya Cozzani Chandra

28.10.2023 – 27.11.2023

Dal 28 ottobre 2023 al 27 novembre 2023, BUILDINGBOX ospita le opere Soffia dove vuole e Angela dell’artista Jaya Chandra Cozzani (Mumbay, 1982).

 

L’acqua, incessante, scorre e si muove sulla Terra accompagnando le molteplici trasformazioni della vita. In questo scorrere continuo si afferma l’esistenza umana, e si osservano i suoi mutamenti, le sue variazioni, le sue pieghe, secondo un ciclo potenzialmente infinito nello spirito, ma perituro nella forma. L’opera site-specific presentata da Jaya Cozzani Chandra per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) all’interno di BUILDINGBOX si propone come un luogo di meditazione che accoglie un pensiero, un modo per percorrere il proprio sentiero interiore. L’installazione è composta da un paravento a cinque ante; in alcuni punti è applicata la foglia oro e sono inseriti acquerelli dipinti con il colore ceruleo. Memoria dell’infanzia dell’artista in India e a Lerici, questo colore è anche un richiamo al divino che rende l’essere del mondo “un certo numero di tènere imprecisioni”; mentre la forma a spirale e la profondità dei vari strati di colore rimandano alle orbite ellittiche del sistema solare e più in generale all’infinito. In uno spazio aggiunto i gesti quotidiani, gli acquarelli che l’artista realizza non solo come segno ma anche in una pratica di meditazione, si propongono come forme di preghiera. La scultura in argilla bianca cruda posta di fronte al paravento porta con sé l’esperienza umana, in una postura elastica di respiro.

 

L’esposizione costituisce l’undicesimo appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.

Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.

 

Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982),  Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).

 

Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.

 

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