Dalla sabbia, opere in vetro. 11-12/12 – Massimo Micheluzzi e Simone Crestani
12.12.2020 – 11.01.2021
Massimo Micheluzzi
L’ossessione dell’architetto, 2020
vetro soffiato e scolpito
28 x 28 cm
Torre italiana, 2020
vetro soffiato e scolpito
38 x ⌀22 cm
Simone Crestani
Tensione Estetica, 2017
vetro borosilicato lavorato a lume, corda
140 x 60 cm
Dopo Ettore Sottsass e Michele De Lucchi, BUILDINGBOX continua il confronto “in vetro” fra due diverse generazioni di artisti, presentando Massimo Micheluzzi e Simone Crestani, concludendo la stagione dedicata al vetro.
Massimo Micheluzzi (Venezia, 1957) è storico dell’arte. Per molti anni lavora nella galleria antiquaria di famiglia e sin da giovanissimo frequenta la famiglia Venini: anche grazie a loro, è da sempre un grande amante del vetro. Alla fine del secolo scorso, data la profonda conoscenza delle tecniche di lavorazione del vetro artistico, decide di cimentarsi in prima persona con questa materia. I risultati, da subito straordinari, portano Micheluzzi a essere conosciuto in tutto il mondo: ha esposto a Parigi, Londra e New York, dove Barry Friedman gli ha dedicato più esposizioni.
Il suo lavoro è in continua evoluzione. In quest’occasione, l’artista presenta due sculture in vetro soffiato che ricordano delle maquettes di architettura.
L’opera verticale Torre italiana, risente dell’influenza di due architetture di New York: il Solomon R. Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright e il New Art Museum progettato dallo studio SANAA Architects (Kazuyo Sejima e Ryue Nishizwa).
L’opera dodecagonale, intitolata L’ossessione dell’architetto è, invece, ispirata ai solidi platonici (Grecia, III-II secolo a.C.) e al De Divina Proportione di fra Luca Pacioli, trattato pubblicato a Venezia nel 1509 e illustrato da Leonardo Da Vinci.
Simone Crestani (Marostica, 1984) ha appreso le tecniche del vetro a lume dal suo maestro, Massimo Lunardon, all’interno della bottega di San Giorgio di Perlena, nel vicentino. Il padre è un virtuoso coltivatore di bonsai: la continua visione di questi alberi in miniatura, capaci di trasmettere tutta la potenza e la magnificenza della natura, ha affascinato Crestani al punto di influenzarne la ricerca. La sera, dopo il lavoro, l’artista studiava come fondere fra loro la tecnica di lavorazione del vetro a lume e l’amore per i bonsai, creando alberi vitrei, trasparenti e luminosi (querce, aceri, cipressi, ginepri, pini e ulivi).
Oggi Crestani è considerato uno dei più grandi artisti al mondo in questa tecnica, che ha insegnato anche al Corning Museum of Glass di New York per più semestri: essa comprende l’utilizzo di una fiamma di un cannello e di un tubo di vetro borosilicato. L’opera esposta, Tensione estetica, rappresenta un albero sradicato che sembra divincolarsi dalle corde che lo trattengono: la natura, per quanto costretta dall’intervento umano, vince sempre.