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Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 8/12. Michele Spanghero

ph. Simone Panzeri

 

Michele Spanghero

Stream II (dettaglio), 2012-2023
tubi in metallo verniciato, bulloni, altoparlanti, media player

2 elementi di 28,5 x 54 x 108 cm

 

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Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) – 8/12. Michele Spanghero

ph. Simone Panzeri

Equorea – 8/12. Michele Spanghero

29.07.2023 – 04.09.2023

Dal 29 luglio 2023 al 4 settembre 2023, BUILDINGBOX ospita l’opera Stream II dell’artista Michele Spanghero (Gorizia, 1979).

 

Il suono dell’acqua che scorre è un rumore bianco, un particolare tipo di rumore caratterizzato da tutti i toni possibili dello spettro sonoro con stesso livello di ampiezza, ma senza periodicità nel tempo. La sua definizione rimanda alla luce bianca che l’occhio umano vedrebbe in presenza di una radiazione elettromagnetica di spettro smile. Spesso il rumore bianco è associato a proprietà tranquillizzanti perché ricorda il suono del ventre materno, l’ambiente primigenio di accoglienza per l’essere umano. Anche se questo particolare suono non può essere visualizzato, la sua identità e le sue caratteristiche sensoriali possono essere indagate formalmente. La ricerca di Michele Spanghero si concentra proprio su questa relazione, sul rapporto tra suono e scultura, e in particolare sulla percezione sonora nello spazio.

Per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) presentato all’interno di BUILDINGBOX, Spanghero allestisce Stream II, una scultura sonora composta da due tubi industriali curvi uniti da flange imbullonate. Gli altoparlanti all’interno delle sculture riproducono una registrazione audio di un liquido che scorre – del petrolio greggio all’interno di un sistema di oleodotti di estrazione – che potrà essere ascoltata dal visitatore attraverso un file audio accessibile online attraverso un QR code. La verniciatura estremamente raffinata delle tubature conferisce un aspetto prezioso a degli elementi che comunemente vengono utilizzati per scopi industriali e crea uno straniamento estetico. A loro volta i tubi curvi, che accennano a una forma circolare e compiuta, rimandano alla circolarità insita all’elemento acquatico, ma anche alla chiusura economica del sistema economico a petrolio.

 

L’esposizione costituisce l’ottavo appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.

Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.

 

Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982),  Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).

 

Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.

 

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